I risultati di uno studio tutto italiano
Nel tumore della mammella metastatico il 30% delle pazienti presenta interazioni con farmaci assunti per patologie concomitanti, che possono ridurre in modo sostanziale l’efficacia delle cure anticancro.
Lo dimostrano i risultati della sottoanalisi di uno studio tutto italiano (BioItaLEE), presentato al Congresso sul tumore del seno della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO Breast Annual Congress) che si è svolto recentemente a Berlino.
Da qui l’importanza di adottare i principi della “riconciliazione terapeutica” da parte dei clinici, per ridurre le conseguenze negative di queste interazioni farmacologiche.
Nello studio BioItaLEE sono stati arruolati 287 pazienti con tumore della mammella avanzato metastatico positivo per i recettori ormonali e negativo per la proteina HER2, trattati in prima linea con lo standard di cura, costituito da un inibitore di CDK4/6 in combinazione con la terapia antiormonale.
“L’obiettivo dell’analisi era valutare se le interazioni farmacologiche avessero conseguenze sull’efficacia della cura anticancro – afferma Andrea Botticelli, Responsabile della Breast Unit del Policlinico Umberto I Roma -. Il 30% delle pazienti ha presentato interazioni clinicamente significative, con una diminuzione dell’efficacia del trattamento standard di circa 8 mesi. Nelle pazienti con interazioni farmacologiche, infatti, la sopravvivenza libera da progressione ha raggiunto 20 mesi, rispetto ai 28 nelle altre donne prive di conflittualità fra terapie. Farmaci cardiologici, inibitori di pompa protonica e antipsicotici erano le principali classi farmaceutiche in ‘conflitto’ con le cure oncologiche. I risultati di BioItaLEE costituiscono un ulteriore tassello per la medicina di precisione e devono rappresentare uno stimolo per tutti i clinici a riconoscere le interazioni farmacologiche e a promuovere la riconciliazione terapeutica. La soluzione non consiste nell’interruzione delle cure per le altre patologie ma, a parità di principio attivo, nell’individuazione della terapia che non presenti conflittualità con il trattamento anticancro in corso”.