Bronchiolite in età pediatrica la malattia associata all’infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS)

Uno studio condotto dai professionisti del Policlinico Umberto I e dall’Istituto Superiore di Sanità e

Bronchiolite in età pediatrica la malattia associata all’infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS)

Bronchiolite in età pediatrica
la malattia associata all’infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS)

Uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità e i professionisti del Policlinico Umberto I

Lo studio sulle varianti di virus respiratorio sinciziale emerse nel periodo post-pandemia è stato condotto con la supervisione e il coordinamento del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità diretto da Anna Teresa Palamara e i Ricercatori della Sapienza del Policlinico Umberto I di Roma.

Nel corso degli ultimi anni si è evidenziata la necessità di una maggiore sorveglianza epidemiologica di VRS a livello nazionale e di progetti di sequenziamento genomico a livello locale che possano monitorare infettività e patogenicità delle varianti di VRS e prevedere l’intensità dei picchi stagionali di casi di bronchiolite allo scopo di razionalizzare le risorse sanitarie.

Lo sviluppo di bronchiolite da VRS può nelle forme più gravi richiedere l’ospedalizzazione.
Per questo lo studio dei ceppi virali è stato di fondamentale importanza per la gestione clinica e terapeutica dei pazienti, inclusa nella sua importanza le misure profilattiche come anticorpi monoclonali ed anche i vaccini anti-VRS.

I ricercatori hanno eseguito la caratterizzazione molecolare e il sequenziamento del ceppo di VRS, nonché l’analisi statistica dettagliata dei dati demografici e clinici associati a un maggiore rischio di forme gravi di bronchiolite. I risultati dello studio hanno dimostrato che nell’autunno 2021, si è verificato un numero di ospedalizzazioni per bronchiolite da VRS quasi doppio rispetto ai periodi pre-pandemici. La malattia è stata causata principalmente da ceppi di VRS sottotipo A, che circolavano anche prima della pandemia di COVID-19, e la gravità è stata simile a quella delle stagioni precedenti. Diversamente, le ospedalizzazioni per bronchiolite del 2022-2023, in numero simile all’anno precedente, sono state principalmente causate da nuove varianti genetiche di RSV sottotipo B, associate a una maggiore severità della malattia se confrontata a quella delle stagioni precedenti, soprattutto per l’elevata necessità di supporto respiratorio e di ricovero in terapia intensiva.

Tra i nostri esperti il Prof. Guido Antonelli, direttore della UOC Microbiologia e Virologia, un punto di forza delle nostre ricerche ci spiega “è quello di aver svolto un’analisi virologica dettagliata su un numero elevato di pazienti pediatrici ospedalizzati per bronchiolite durante le ultime sei stagioni invernali dal 2018-2019 al 2022-2023. In tutti i bambini ricoverati, è stata eseguita la caratterizzazione molecolare e il sequenziamento del ceppo di VRS e una analisi statistica dettagliata dei dati demografici e clinici associati ad un maggiore rischio di forme gravi di bronchiolite.”

Sempre dal Policlinico Umberto I il Prof. Fabio Midulla responsabile della UOSD -Pronto Soccorso Pediatrico, che insieme ai virologi ha coordinato la ricerca, ci spiega “Le caratteristiche epidemiologiche cliniche e demografiche dei pazienti ricoverati presso il nostro dipartimento per bronchiolite, nelle due stagioni successive al lockdown epidemia da Covid-19 di cui i dati clinici sono stati confrontati con bambini ricoverati per bronchiolite prima del Covid-19.L’obiettivo era quello di verificare le differenze ed infatti, si è visto che i bambini ricoverati dopo il Covid-19 erano più gravi dei precedenti. Le Nostre ipotesi sono: i bambini sono nati da madre senza anticorpi anti VRS oppure, che i bambini che non hanno avuto infezioni durante la pandemia Covid-19 non hanno sviluppato un sistema immunitario che è di solito presente a seguito dell’esposizione alle comuni infezioni virali prese durante l’inverno.
Pensiamo, conclude il prof. Fabio Midulla di continuare la sorveglianza anche per la prossima stagione epidemica 2023/24”.

I risultati dello studio, sono pubblicati sulla rivista Journal of Infection della Elsevier.

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