Dal 1 al 7 agosto, ricorre la Settimana Mondiale dell’Allattamento al Seno, un periodo dedicato alla sensibilizzazione sull’importanza dell’allattamento e sul significativo impatto che ha sulla salute e lo sviluppo dei bambini. Per l’occasione l’UNICEF e l’OMS uniscono le loro voci per promuovere e sostenere l’allattamento al seno esclusivo come azione fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo dei bambini.
L’attenzione di quest’anno per la Settimana Mondiale dell’Allattamento pone l’attenzione sulla necessità di supportare l’allattamento su tutti i luoghi di lavoro. La campagna di quest’anno infatti è promossa sui social dal primo al 7 agosto, con l’hashtag #WorldBreastfeedingWeek che tradotto significa: “Facciamo sì che l’allattamento al lavoro funzioni”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità spiega che l’allattamento al seno protegge i bambini dalle malattie infettive e ne rafforza il sistema immunitario, fornendo i nutrienti chiave per crescere e svilupparsi. Quelli che non sono allattati al seno hanno una probabilità 14 volte maggiore di morire prima di raggiungere il loro primo compleanno.
Alcuni Paesi come le Filippine, la Somalia, la Costa d’Avorio, le Isole Marshall, e il Vietnam hanno visto aumentare i tassi di allattamento al seno grazie all’impegno politico e alle decisioni adottate in materia. Contrariamente, i dati dimostrano che la percentuale cala in modo significativo laddove non esistono politiche a favore e le donne tornano al lavoro dopo una gravidanza.
Per questo motivo è necessario invertire il trend attuando iniziative idonee a facilitare l’allattamento al seno per quelle mamme che nello stesso periodo continuino a lavorare senza che rinuncino al proprio impiego.
A questo scopo l’Oms invita ad adottare politiche sul posto di lavoro favorevoli alla famiglia: come il congedo di maternità retribuito per un minimo di 18 settimane, prevedere pause per l’allattamento al seno e una stanza in cui le madri possono allattare o spremere il latte.
L’attuazione di politiche idonee promuovono il benessere della mamma e del bambino e generano ritorni economici poiché riducono l’assenteismo per maternità.