L'evento
Il 24 novembre in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si è svolto presso l’Aula A dell’Istituto di Patologia il corso di formazione per i Giornalisti iscritti al OdG Lazio e i Professionisti aziendali organizzato dall’IPAS Comunicazione – URP e Ufficio Stampa dal titolo: Oltre Dafne. Contrastare la violenza sulle donne.
Numerosi i relatori che hanno approfondito la tematica della violenza di genere attraverso la lente dei mass-media, associazioni, testimoni, servizi sanitari.
Al convegno hanno partecipato i Giornalisti iscritti al OdG Lazio e numeri professionisti sanitari e non della AOU Policlinico Umberto I.
Grazie a tutti i partecipanti!
I saluti di Fabrizio d'Alba, Direttore Generale del Policlinico Umberto I
In questo video sono raccolti i principali interventi dell’iniziativa formativa.
Un evento che ha avuto un seguito importante a dimostrazione che la nostra Azienda rappresenta un un riferimento nella formazione continua interdisciplinare e multidisciplinare.
Gli interventi del corso organizzato dall'IPAS Comunicazione-URP e Ufficio Stampa
Il video racconto dell’iniziativa formativa a favore dei Giornalisti del Lazio e dei Professionisti dell’AOU Policlinico Umberto I che si è conclusa venerdì 24 novembre.
Estratto dall'intervento del Presidente PIUE e Vice Presidente Collegio Nazionale Probiviri FNSI
Il Presidente PIUE e Vice Presidente Collegio Nazionale Probiviri FNSI – Carlo Felice Corsetti, ha ritenuto una approfondita relazione sulla ” Deontologia del Giornalista Testo Unico Dei Doveri Del Giornalista (approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il 27 gennaio 2016,aggiornato il 1° gennaio e 10 luglio 2021)”.
Di seguito il contributo:
La prima formulazione di una deontologia della professione giornalistica risale al “Credo” di Benjamin Harris, editore inglese che pubblicò il primo giornale americano nel 1690 a Boston.
Il termine deontologia = “dottrina dei doveri” nasce come titolo di un’opera del filosofo inglese Jeremy Bentham, pubblicata postuma nel 1834.
Deontologia, nel tempo, ha assunto il significato di “insieme dei principi e delle norme di comportamento interne ad una determinata categoria di persone”.
La deontologia affianca ai principi etici i fondamenti giuridici delle sanzioni per le violazioni (Etica e Diritto).
La legge professionale n. 69 /1963, con gli articoli 2 (diritti e doveri) e 48 (procedimento disciplinare) indica i vincoli fondamentali per il giornalista. I due articoli legittimano le carte deontologiche ed i codici elaborati (fino all’attuale Testo Unico).
Nel 1984 la sentenza c.d. “decalogo” della Corte di Cassazione mette un punto fermo nella definizione del “diritto di cronaca”ed elenca dettagliatamente che cosa e come i giornalisti possono pubblicare senza diffamare.
Essa genera proteste e contestazioni nelle redazioni, ma prevale la coscienza di non aver adeguato i canoni deontologici alle nuove esigenze degli italiani.
Nel 1990 Il forte dibattito nell’opinione pubblica porta al primo documento deontologico: la
Carta di Treviso, a tutela dei minorenni.
Nel 1993 Il clamore dell’inchiesta “mani pulite” porta alla nascita della Carta dei doveri .
La richiesta di responsabilizzazione dell’attività del giornalista porta ai codici di autoregolamentazione delle singole testate – che sono però solo carte etiche senza sanzioni.
Nel 1996 La legge sulla privacy n.675 introduce un “Codice di deontologia per l’attività giornalistica”.
Il Codice diventa poi “Allegato A” (norma primaria) del successivo ‘Testo Unico Privacy’, Decreto Legislativo n.196/ 2003 .
La Corte di Cassazione ha riconosciuto la “natura giuridica” delle regole deontologiche, che sono pertanto norme giuridiche obbligatorie valevoli per gli iscritti all’albo, che integrano il diritto ai fini della configurazione dell’illecito disciplinare.
Dal 1993 la codificazione deontologica cresce sensibilmente, con documenti che riguardano l’informazione economica, il rispetto degli stranieri, l’informazione sportiva, l’informazione giudiziaria, l’informazione sanitaria.
Nel tempo la categoria ha prodotto una normativa comportamentale copiosa e talvolta ridondante. Si contano circa 18 documenti deontologici.
————————————————
Si è reso pertanto necessario armonizzarne tutti i contenuti in un
“TESTO UNICO DEI DOVERI DEL GIORNALISTA”
semplice, coerente e di facile applicazione, riducendo tutte le parti ripetitive dei singoli documenti. Viene approvato dal Cnog il 27 gennaio 2016.
E’ aggiornato con decorrenza 1°gennaio 2021 con 3 modifiche di grande rilevanza:
– sanzioni più pesanti in caso di recidiva ( art. 2 ),
– rispetto delle differenze di genere (art. 5bis ),
– principi sull’informazione scientifica e sanitaria ( art. 6 ).
Il 10 luglio 2021 il CNOG approva un aggiornamento della Carta di Treviso (art.5).
——–
Il Testo Unico è formato da Premessa, 5 Titoli e 16 Articoli.
Premessa
Il TU assorbe 10 Carte, 2 Codici e 1 Decalogo, che sono non più vigenti né utilizzabili e mantengono solo un valore storico.
Fanno eccezione 5 documenti deontologici (1 codice, 3 Carte e 1 Glossario), che sono allegati integralmente al TU:
1 perché collegato a normativa di livello superiore e quindi non modificabile:
All.1- Regole deontologiche relative al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, previste dal D.lgv. 196/2003 Privacy
4 per la loro particolarità e rilevanza:
All.2-Carta di TREVISO (Minori);
All. 3-GLOSSARIO della Carta di Roma (Migranti);
All.4-Carta informazione ECONOMICA, aggiornata da CNOG il 6giu18 All.5-Carta di FIRENZE (precariato).
5 Titoli e 16 Articoli
Titolo I – Principi e doveri (con 2 articoli)
articolo 1 – Libertà d’informazione e di critica
Il giornalista si ispira alla libertà di espressione dell’art. 21 della Costituzione e ai diritti e doveri dell’art. 2 della Legge 69/63.
articolo 2 – Fondamenti DEONTOLOGICI
Il giornalista
• difende il diritto all’informazione e la libertà di opinione di ogni persona, nel rispetto della verità sostanziale dei fatti;
• rispetta i diritti fondamentali delle persone;
• tutela la dignità del lavoro giornalistico e dell’equo compenso;
• accetta direttive solo da gerarchie redazionali, purché rispettose della legge, del contratto e della deontologia;
• non accetta regali, favori, privilegi, viaggi premio ecc. che condizionano la sua autonomia e credibilità;
• rispetta il prestigio dell’Ordine professionale, che rappresenta tutti i giornalisti ed osserva le norme del Testo Unico dei doveri;
• applica la deontologia anche ai social network;
• segue la formazione professionale continua, disposta per tutte le professioni dalla Legge n. 148/14.09.2011.
Dal 1°gen21 : il giornalista è incolpabile per disconoscimento dei principi deontologici nei casi di reiterazione della stessa violazione disciplinare nell’arco di un quinquennio (recidiva). Si applica almeno la sanzione immediatamente più grave.
Titolo II – Doveri nei confronti delle persone (con 5 articoli)
articolo 3 – Identità personale e diritto all’oblio.
articolo 4 – Regole deontologiche relative al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. Sono previste dal D.lgs n.196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali )
articolo 5 – Doveri nei confronti dei minori=Carta di Treviso:
articolo 5-bis – Rispetto delle differenze di genere.
<>
articolo 6 – Doveri nei confronti dei soggetti deboli.
Informazione scientifica e sanitaria.
articolo 7 – Doveri nei confronti degli stranieri
Titolo III – Doveri in tema di informazione. (con 5 articoli)
articolo 8 – Cronaca giudiziaria e processi in tv.
articolo 9 – Doveri in tema di rettifica e di rispetto delle fonti .
articolo 10 – Doveri in tema di pubblicità e sondaggi.
articolo 11 – Doveri in tema di informazione economica.
articolo 12 – Doveri in tema di informazione sportiva .
Titolo IV – Lavoro giornalistico.
articolo 13 – Solidarietà ed equa retribuzione=Carta di Firenze.
articolo 14 – Uffici Stampa.
Titolo V – Sanzioni
articolo 15 – Norme applicabili [L.69/63: violazione art. 2 (diritti e doveri) e applicazione art. 48 (procedimento disciplinare)]
articolo 16 – Norma transitoria (in vigore dal 3 febbraio 2016)
Sanzioni: Avvertimento, Censura, Sospensione, Radiazione.
——–
VARIE
I Cronisti di Roma e Milano hanno realizzato un “ video-decalogo con le parole da non usare mai”. Contiene alcune delle principali espressioni da bandire nei resoconti giornalistici su femminicidi, stupri, molestie e ogni altro genere di soprusi. Il decalogo – che si pone in linea con il Manifesto di Venezia, varato nel 2017, su come raccontare la violenza di genere – contiene le espressioni usate con maggiore frequenza da stampa ed emittenti radio-radiotelevisive, che di fatto forniscono alibi o indiretta giustificazione all’autore di un femminicidio.