L'iniziativa
Lo slogan di ieri della 19 giornata mondiale della ipertensione arteriosa è stato “misura bene e controlla la tua pressione per vivere più a lungo”, cioè rendere la popolazione del rischio associato alla malattia ipertensiva, migliorare la accuratezza delle misurazioni della pressione arteriosa anche quando il paziente la controlla al proprio domicilio sottolineare l’importanza di assumere con costanza i farmaci prescritti e lo stile di vita.
Con i miei Collaboratori ieri abbiamo avuto la possibilità di vedere circa 110 pazienti afferenti alla AOU Policlinico Umberto 1, facendo un counseling sui fattori di rischio della pressione alta e sulla aderenza alla terapia ed inoltre misurato la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, riscontrando in alcuni valori elevati e date indicazioni per rivolgersi al medico curante.
Il contesto
In Italia, l’ipertensione arteriosa rappresenta la più importante causa di malattie cardiovascolari, come l’infarto miocardico e/o l’ictus cerebrale, lo scompenso cardiaco e aritmie come la fibrillazione atriale, e contribuisce allo sviluppo di insufficienza renale cronica.
I dati più recenti confermano che più del 30% della popolazione italiana adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali ampiamente superiori nelle fasce più avanzate di età. La prevalenza di ipertensione arteriosa è inoltre in aumento tra bambini, adolescenti e giovani e pari a circa il 10%.
Sebbene nella maggior parte dei casi l’ipertensione arteriosa risulti controllata dalla terapia, almeno il 35% degli italiani ipertesi presenta – malgrado la terapia – valori pressori superiori a 140/90 mmHg. Almeno il 30% degli italiani, inoltre, sono ipertesi, ma ignorano del tutto di esserlo.
Come indicato dai dati OSMED, infine, la aderenza e persistenza in terapia antiipertensiva rappresentano un problema nel problema: di 100 compresse di farmaco antiipertensivo, con ampie differenze tra classe e classe di farmaci e farmaci in combinazione fissa oppure estemporanea, i pazienti italiani ne assumono mediamente 60-70. Questo, ovviamente, con importanti ripercussioni sul controllo pressorio e la spesa sanitaria.