L’iniziativa
Sabato 10 febbraio dalle 9.00, negli spazi della Sapienza a Palazzo Baleani, il secondo appuntamento della serie di incontri tra gli specialisti del Policlinico Umberto I e le associazioni dei pazienti per promuovere la consapevolezza e la corretta informazione sul tema della salute declinata al femminile.
L’iniziativa rientra in un progetto promosso dalla Sapienza e da AOU Policlinico Umberto I.
Il punto su: Alimentazione, Nutrizione e Salute Orale
In questa seconda giornata abbiamo incontrato gli specialisti in Nutrizione Clinica e Odontostomatologia della AOU Policlinico Umberto I che hanno fatto il punto su “Alimentazione, Nutrizione e Salute Orale”. Gli esperti si sono confrontati con le pazienti, i loro familiari e le associazioni che li rappresentano, spiegando le finalità del progetto.
“… questo spazio è stato dedicato alla Alimentazione e Nutrizione Clinica con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza e la corretta informazione, così come la prevenzione, la diagnosi e l’accesso ad un percorso nutrizionale appropriato allo stato di ogni donna”, ha spiegato Maurizio Muscaritoli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Nutrizione Clinica del Policlinico Umberto I di Roma.
La Nutrizione Clinica è una disciplina che si occupa del metabolismo e dello stato di nutrizione secondarie all’insorgenza di malattie acute e croniche, e a differenza della nutrizione di base o applicata che si interessano di stili di vita e prevenzione, è mirata a tutti quei pazienti che a causa di una malnutrizione per difetto (siano essi pazienti oncologici, o anziani o pazienti critici ricoverati in terapia intensiva) abbiano bisogno di prevenire o correggere i problemi metabolici derivanti dalle loro condizioni.
Il Professor Maurizio Muscaritoli, ha posto l’accento su alcuni punti importanti:
• rendere sempre più fruibili dalla gente comune la conoscenza e la consapevolezza per la prevenzione e il miglioramento del proprio stato di salute.
• offrire ad ogni paziente il suo fabbisogno nutrizionale adeguato dopo una attenta valutazione, con un approccio multidisciplinare che coinvolga i medici di riferimento, l’oncologo nel caso di una paziente con tumore per prevenire la malnutrizione per difetto dovuta alla chemioterapia e soprattutto per evitare la perdita di massa muscolare o il geriatra nel caso di una paziente anziana che abbia difficoltà a mantenere stabile l’apporto proteico tanto importante per evitare la sarcopenia o che a causa della disfagia , cioè difficoltà a deglutire vada incontro a malnutrizione cronica, o qualunque altra figura professionale possa essere coinvolta in un percorso diagnostico terapeutico assistenziale.
• rendere accessibili e comprensibili le informazioni validate e accreditate anche per contrastare abitudini alimentari non adeguate: per questo è decisiva la promozione di una corretta cultura della prevenzione nel suo complesso: sana alimentazione, praticare l’attività fisica, evitare l’uso del fumo e di sostanze.
“E per far sì che la corretta alimentazione e una adeguata nutrizione entrino a pieno titolo nelle scelte terapeutiche è fondamentale che anche la cittadinanza, attraverso campagne promosse dalle istituzioni, possa fare attenzione alla corretta alimentazione e adeguata nutrizione perchè se ormai sappiamo da molti studi come una sana e corretta alimentazione possa prevenire molte patologie è altrettanto importante sapere che la nutrizione personalizzata nel caso di malattia può migliorare sia la qualità che la prospettiva di vita”, ha continuato Muscaritoli.
La voce degli esperti:
Alimentazione e Nutrizione
Per parlare dell’importanza di un percorso metabolico nutrizionale adeguato e tempestivo per ogni donna nell’arco della intera vita abbiamo ascoltato la voce degli esperti.
Isabella Preziosa, Medico specialista in Scienze dell’Alimentazione dell’Unità Operativa Complessa Medicina Interna e Nutrizione Clinica ha trattato il tema Alimentazione e Nutrizione di genere evidenziando il ruolo giocato nella prevenzione.
La vita delle donne è scandita da eventi fisiologici che accadono in momenti specifici e che corrispondono a bisogni distinti anche da un punto di vista nutrizionale.
“… sessi diversi hanno bisogni nutrizionali diversi, che cambiano in modo differente nel corso della vita. È questa la premessa della nutrizione di genere che applica al campo dell’alimentazione e della nutrizione i principi fondamentali della cosiddetta medicina di genere, approccio alla salute che guida le attività assistenziali offerte al Centro di Palazzo Baleani”, ha spiegato l’esperta.
Preziosa, che da anni si interessa dell’interazione tra nutrizione, stile di vita e salute per la prevenzione e il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, ha puntato l’attenzione sull’importanza che può avere la nutrizione di genere in un’ottica di prevenzione declinata femminile.
I primi studi in materia, che risalgono agli anni Novanta, si devono alla cardiologa statunitense Bernadine Patricia Healy. Da allora sappiamo quanto sia importante, nell’ambito della salute, tenere conto delle differenze che intercorrono tra uomini e donne, dal punto di vista della malattia, dei fattori di rischio, della fisiologia e, non ultimo, del ruolo che svolgono all’interno della società.
Tra uomo e donna ci sono differenze sostanziali che non riguardano però, come spesso si crede, solo l’assetto ormonale. Uomini e donne presentano caratteristiche diverse dal punto di vista della costituzione fenotipica, della distribuzione del grasso corporeo e del metabolismo.
Una corretta alimentazione ed una adeguata nutrizione devono tenere conto di queste importanti differenze.
“Ci sono fattori di rischio che più frequentemente riguardano le donne e fattori di rischio che interessano più gli uomini, per via delle caratteristiche di genere che influenzano questo aspetto, ha spiegato ancora la specialista. Sappiamo, per esempio, che le donne in età fertile sono un po’ più protette rispetto alle malattie cardiovascolari perché la produzione di ormoni femminili svolge un ruolo protettivo. Tipicamente l’aumento di peso negli uomini corrisponde ad un accumulo di tessuto adiposo a livello addominale, con un incremento della circonferenza della vita. Nelle donne in età fertile nelle stesse condizioni invece è più facile che aumenti la circonferenza dei fianchi e questo comporta un minor rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari”.
In questa fase della vita, infatti, l’apporto energetico deve essere attenzionato tanto quanto l’apporto di carboidrati raffinati e semplici per contrastare l’insulino-resistenza, come quello di proteine nobili importanti per prevenire la perdita di massa magra. Altrettanto importante in menopausa l’apporto di lipidi, che devono essere qualitativamente scelti per la loro funzione protettiva e non dannosa per l’organismo. Senza dimenticare vitamine, minerali e antiossidanti presenti in grande quantità nei prodotti di origine vegetale.
Molti studi evidenziano come le donne siano più attente all’alimentazione rispetto a agli uomini, infatti la maggioranza degli utenti dei servizi di Dietologia e Nutrizione Clinica è costituita da donne, che seppur dimostrando maggior consapevolezza del problema spesso si approcciano con una motivazione di natura solo estetica, e per questo necessitano da parte del medico specialista di maggior supporto.
Le ricerche dimostrano come le pratiche alimentari hanno sempre distinto nettamente il ruolo maschile e femminile e che questa distinzione è spesso fonte di problemi di tipo relazionale e nutrizionale. “… il ruolo della donna è da sempre determinante nella trasmissione della cultura e della valorizzazione del cibo e nell’orientare le scelte di mercato in quanto le donne sono più attente alla qualità degli alimenti, più informate sugli aspetti legati ad una corretta alimentazione, purtroppo – conclude Preziosa, le donne in alcune società hanno ancora un ruolo subalterno e a loro vengono riservati cibi di seconda scelta e carenti dal punto di vista nutrizionale con conseguente maggior prevalenza di malnutrizione per difetto”.
Una corretta alimentazione è fondamento essenziale per la salute, ma nello stesso tempo abitudini sbagliate causano milioni di morti l’anno nel mondo. La giusta scelta di alimenti e nutrienti ha un’influenza sul DNA e consente di innescare geni protettivi, come ad esempio per il cancro, mentre vale allo stesso tempo l’assunto contrario, ossia l’accensione di oncogeni capaci di favorire le patologie.
Nella sessione tematica dedicata all’Alimentazione e Nutrizione Clinica Alessio Molfino, Professore Associato di Medicina Interna presso Il Dipartimento Universitario di Medicina Traslazionale e di Precisione con attività clinica presso l’Unità di Medicina Interna e Nutrizione Clinica, ha portato un importante contributo sulle principali questioni della materia:
- ruolo della dieta mediterranea , come patrimonio culturale immateriale dell’umanità
- promozione di stili alimentari di tipo mediterraneo, più semplici, basati sulla varietà degli alimenti vegetali ,freschi e non processati, cibi locali e coltivati in modo sostenibile
- impatto della dieta mediterranea nella diminuzione delle principali cause di morte e cronicità: cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative e respiratorie , ha spiegato l’esperto.
Per migliorare l’assistenza, renderla razionale, efficace e appropriata alla popolazione femminile va tenuto presente la fase della vita della donna , ad esempio sappiamo che nella perimenopausa la situazione ormonale cambia ed è necessario riconoscire gli aspetti di genere e, dunque dell’importanza di un’alimentazione bilanciata che tenga conto del fisiologico aumento di peso e del fabbisogno di alcuni nutrienti essenziali, che possono fare davvero la differenza.
Combattere la malnutrizione aumenta le chance di sconfiggere anche malattie importanti come quelle oncologiche e sicuramente permette una migliore adesione alle terapie; per questo l’ inserimento della terapia nutrizionale nei Pdta (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) e nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) sono importanti temi emersi nel confronto con gli esperti del Policlinico Umberto I.
E emerso che un ulteriore problema a carico di queste donne è rappresentato dagli effetti collaterali delle terapie adiuvanti, nonostante questi trattamenti siano in grado di ridurre significativamente la mortalità per tumore nei cinque anni successivi all’inizio delle cure, essi comportano significativi effetti collaterali come nausea, vomito, anemia, dolori addominali, diarrea, stomatiti e modificazioni del gusto che interferiscono con una corretta nutrizione.
Il Professor Molfino, si è soffermato sul ruolo chiave dell’alimentazione nel tumore della mammella, che rappresenta “…il tumore più frequente nel sesso femminile, con numeri nel post Covid in aumento progressivo. Oggi, per gestire al meglio una condizione oncologica di cui vogliamo migliorare prognosi e qualità di vita dobbiamo assumere frutta e verdura tutti i giorni, introdurre antiossidanti, ridurre l’assunzione di carni rosse, lavorate e di derivati del latte e l’introito di zuccheri”, ha concluso lo specialista.
La voce degli esperti
Salute Orale
Nella seconda parte, dedicata alla Salute Orale, Livia Ottolenghi, professoressa ordinaria di Odontoiatra presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo Facciali, vicepreside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria e Responsabile della UOD di Odontostomatologia Complessa ha spiegato che “… le malattie orali seguono un gradiente sociale e colpiscono maggiormente le popolazioni povere e socialmente svantaggiate”. La salute orale ha connessioni con la salute generale ed evidenze scientifiche hanno dimostrato che la salute orale condivide con le malattie croniche non trasmissibili gli stessi fattori di rischio”.
La maggior parte delle malattie della bocca è collegata ad altre malattie come malattie cardiovascolari, diabete, tumori, obesità, ma anche i disturbi del comportamento alimentare.
Un approfondimento particolare è stato sviluppato dalla Professoressa Ottolenghi su i disturbi del comportamento alimentare (ED) che sono sempre più frequenti e si presentano in età sempre più precoci, superando anche le differenze di genere. “… gli odontoiatri sono molto spesso coloro che intercettano per primi queste patologie, per delle condizioni tipiche a carico del cavo orale, e che possono quindi motivare il paziente a rivolgersi a centri specializzati”, ha dichiarato il Direttore della UOC di Odontostomatologia Complessa.
Accanto alle manifestazioni sistemiche dei ED, sono numerose le manifestazioni cliniche a carico delle strutture del cavo orale, e in particolare l’erosione dentaria, con lesioni caratterizzate da perdita di smalto della superficie palatale, soprattutto del gruppo incisivo superiore, specifica dei disturbi con una componente bulimica, di autoinduzione del vomito. Le pazienti presentano anche abrasioni determinate da spazzolamento eccessivo, carie dentale diffuse, problemi parodontali, lesioni traumatiche a carico della mucosa orale e faringea, e modificazioni quali-quantitative della funzione salivare.
“… molte di queste lesioni si verificano solo dopo un periodo di tempo prolungato dall’instaurarsi dei disturbi del comportamento alimentare (alcuni indicano in due anni un tempo medio necessario all’instaurarsi dei danni allo smalto dentario). E’ importante quindi sottolineare il ruolo degli odontoiatri nella promozione della salute generale e della qualità della vita salute-correlata, e quanto sia importante motivare le persone a sottoporsi regolarmente a visite di controllo della salute orale”, le parole di Ottolenghi.
Umberto Romeo Professore Ordinario di Patologia Speciale Odontostomatologica, Sapienza Università di Roma e Dirigente Medico del MoMax – Medicina orale e maxillo facciale ha spiegato come per tutti i tumori, anche per quelli del distretto del cavo orale la diagnosi precoce è la chiave di tutta la prevenzione. Basti pensare che il solo fare una diagnosi di un tumore del distretto del cavo orale in uno stadio 1, quello più precoce, permette al paziente di sopravvivere in circa l’85-87% dei casi. Se invece la diagnosi viene fatta in uno stadio 4, ovvero tra i più avanzati, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni del paziente si riduce al 30-32%”.
Per questa ragione è nato, grazie all’intuizione della professoressa Antonella Polimeni, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Odontoiatria Pediatrica e Odontostomatologia, l’ambulatorio MoMax (Medicina orale e maxillo facciale) che ha l’obiettivo di intercettare il più precocemente possibile le pazienti oncologiche, individuando le lesioni epiteliali potenzialmente maligne, le cosiddette lesioni precancerose.
Il Professor Romeo Umberto responsabile dell’ambulatorio MoMax, ha spiegato come la chiave della prevenzione del carcinoma orale sia la diagnosi precoce. Inoltre, il professor Romeo ha reso noto che negli ultimi anni sta cambiando l’identikit del paziente che viene colpito dal carcinoma orale infatti negli ultimi anni si osserva un abbassamento dell’età di insorgenza del carcinoma orale.
Generalmente il tumore faceva la propria comparsa nella quinta, sesta decade, mentre oggi cominciamo a fare diagnosi anche su pazienti di 30, 40 anni. Un’altra novità è la localizzazione del carcinoma, che individuiamo a livello della lingua, senza particolari fattori di rischio, che per il carcinoma del cavo orale sono generalmente due e che abbracciano l’80% del totale dei fattori di rischio: il tabacco fumato e/o masticato, e l’alcol. Purtroppo, ultimamente stiamo notando che l’incidenza, soprattutto in sede linguale, sta aumentando nei soggetti più giovani privi di fattori di rischio. Non c’è una risposta a quest’ultimo punto, che si sta studiando a livello internazionale.
Umberto Romeo ha riferito che a differenza di altri tumori, come ad esempio quello della prostata o della mammella, i tumori del cavo orale sono sottovalutati dalla popolazione.
Spesso accade che il paziente rimanga sorpreso dall’idea che da una tumefazione presente nella sua bocca o da una macchia bianca o rossa si possa poi sviluppare un carcinoma anche a livello del cavo orale. Stiamo certamente parlando di una incidenza inferiore rispetto ad altre patologie, ma ha ricordato che, come carcinoma, rientra tra i primi dieci tumori del corpo umani. Quello che è importante far capire alle persone è che si tratta di un problema che non riguarda un organo interno ma un organo, il cavo orale, o comunque il distretto del cavo orale, organo facilmente esplorabile con una visita dallo specialista odontoiatra.
Umberto Romeo, ha concluso il suo intervento sottolineando che la salute del cavo orale è importante per la prevenzione del carcinoma orale. Tra i fattori di rischio, oltre a fumo e alcol, come detto in precedenza, abbiamo la dieta, l’alimentazione e proprio l’igiene orale. Bisogna, infatti, evitare di accumulare la flora batterica in quanto anche il microbioma orale ha una influenza nell’insorgenza del carcinoma del cavo orale. Ecco perché la salute orale passa anche dal prendersi cura dei propri denti e delle proprie gengive.
Associazioni
Hanno partecipano le associazioni di pazienti:
AIMaC – AMICI-Lazio – FAVO – Vivere senza Stomaco (si può) Associazione Viva la Vita ODV ETS – GILS (Gruppo Italiano Lotta alla Sclerodermia).
I rappresentanti delle associazione hanno sottolineato l’importanza per i pazienti oncologici che Alimenti a fini medici speciali e in particolare i Supplementi Nutrizionali Orali (ONS) vengano inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).