Mercoledì 8 novembre, presso l’Auditorium della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma, si è tenuta la conferenza inaugurale per l’apertura dell’anno accademico 2023/2024 dell’Accademia Medica di Roma. Istituita nel 1875 per promuovere il progresso medico-scientifico, l’accademia è giunta al suo 149° anno di attività.
La giornata è stata aperta dal professor Vincenzo Barnaba, Ordinario di Medicina Interna presso la Sapienza e presidente dell’Accademia, il quale ha sottolineato il prestigio dell’organizzazione e l’importanza e la centralità dei soci nello svolgimento delle attività di questa.
Il Presidente Barnaba ha portato i Saluti, tramite videomessaggio, della Magnifica Rettrice Antonella Polimeni, la quale ha espresso la sua stima ed il suo apprezzamento per le attività dell’Accademia e l’ importanza di questa in ambito universitario e istituzionale a livello nazionale ed internazionale.
La parola è poi passata all’Accademico segretario, il professor Antonio Musarò, Docente di Istologia, Embriologia e Biotecnologie Cellulari presso la Sapienza. Musarò ha illustrato i programmi dell’Accademia dell’anno corrente e ha invitato i soci alla partecipazione e alla collaborazione per la scelta dei temi e degli argomenti da presentare al consiglio direttivo al fine di stabilire il programma per l’anno successivo, evidenziando anch’egli l’importanza della partecipazione per mantenere viva l’Accademia.
L’ospite della giornata, il dottor Marino Zerial, è stato introdotto dal professor Maurizio Brunori, docente emerito di Chimica e Biochimica alla Sapienza, il quale ha presentato l’ospite delineando il suo percorso accademico e professionale e sottolineando l’importanza delle sue pubblicazioni sui meccanismi di trasporto intracellulare per il mondo accademico. Brunori ha definito il lavoro di ricerca svolto dallo Human Technopole di Milano, di cui Zerial è direttore, come uno dei più importanti investimenti sulle scienze della vita degli ultimi anni.
Dopo l’introduzione il dottor Mariano Zerial ha proceduto con l’illustrazione del lavoro svolto dall’Istituto da lui diretto; in particolare in merito all’applicazione e al trasferimento di tecniche generalmente utilizzate dalla biologia molecolare allo studio delle patologie del fegato, evidenziando i grandi passi avanti fatti dalla ricerca grazie al superamento dei limiti tecnologici.