A “Unomattina Estate” si parla di ictus cerebrale. Ospite il prof. Danilo Toni

Il professor Danilo Toni, Direttore dell’Unità Trattamento Neurovascolare, spiega cos’è l’ictus cerebrale, come si manifesta, come si previene

Nella puntata dell’8 agosto di “Unomattina Estate” sulla rete RAI si è parlato di ictus cerebrale, una malattia che può essere considerata una vera e propria emergenza nazionale poiché in Italia ogni anno fa registrare circa 990.000 ricoveri ospedalieri. L’ictus cerebrale è una condizione che mette a repentaglio la vita e rende il futuro veramente un’incognita in quanto può condannare alla disabilità e alla perdita dell’autosufficienza.

L’ictus è una malattia che aumenta di incidenza con l’età, sicuramente però non c’è nessuna età che è esente dal rischio di ictus. Esiste anche l’ictus pediatrico. Nella fascia giovanile di età, dove per giovanile intendiamo fra i 18 o i 40/45 anni, vengono ogni anno colpiti da ictus più cittadini circa il doppio di quelli che vengono colpiti da una malattia tipicamente giovanile come la sclerosi multipla.

Ospite in studio, il prof. Danilo Toni, Direttore dell’Unità Trattamento Neurovascolare del Policlinico Umberto I, che ha illustrato le caratteristiche della patologia dal suo manifestarsi, a cosa fare e come può essere prevenuto: l’ictus cerebrale è una malattia neurologica e più precisamente una malattia del cervello. Si parla di ictus ischemico quando è dovuta ad una chiusura di un’arteria e di ictus emorragico quando è dovuto invece alla rottura di un’arteria, in entrambi i casi non arriva più sangue a sufficienza in una zona specifica del cervello e ne derivano quindi dei sintomi importanti che potrebbero anche rimanere permanenti se non si interviene tempestivamente.

I più evocativi sicuramente sono la difficoltà a parlare, la difficoltà a muovere una parte del corpo, un’alterazione della sensibilità, la difficoltà a vedere in una metà del campo visivo, la difficoltà a stare in piedi come se ci si trovasse su una barchetta in mezzo al mare.

E’ importantissima la tempestività del soccorso in quanto il tempo fa la differenza, prima si arriva a curare un paziente colpito da ictus, meglio è: ogni minuto trascorso in una condizione di ischemia, nel cervello ischemico perdiamo milioni di neuroni; per ogni ora che passa in condizione di ischemia perdiamo il numero di neuroni e di sinapsi che si perdono in 3 anni di vita di invecchiamento fisiologico.
In presenza di uno di questi sintomi chiamare immediatamente il 118 o il 112 che trasporterà il paziente all’ospedale più vicino nel quale ci sia una struttura dedicata alla cura dell’ictus.

Massima attenzione sulla prevenzione, controllando in maniera estremamente rigida tutti i fattori di rischio si potrebbe ridurre l’incidenza della malattia dell’ 80%.

E’ possibile intervenire con uno stile di vita giusto e sano cambiando le abitudini di vita: il fumo, l’alcol, la sedentarietà sono tutte cose che dobbiamo evitare. Esercitare un controllo e intervenire su ipertensione, colesterolo, obesità, diabete. E’ necessario intervenire sulle malattie cardiache, come l’infarto del miocardio o la fibrillazione atriale in quanto in un cuore fibrillante, che cioè non si contrae, il sangue tende a coagulare e questi coaguli possono frammentarsi, entrare nella aorta e il primo organo che incontrano è il cervello. Proprio perché sono tanti gli italiani che soffrono di fibrillazione atriale, si calcola circa un milione, si capisce che utilizzare le terapie giuste, in particolare i farmaci anticoagulanti, aiuta a prevenire l’ictus in un numero importante di cittadini. E’ importante far capire al cittadino che è fondamentale avere cura di sé.

 

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