Il sistema sanitario è un sistema complesso in cui interagiscono molteplici fattori, eterogenei e dinamici, tra cui la specificità dei singoli pazienti, la pluralità e la complessità delle prestazioni sanitarie, le competenze specialistiche e i ruoli professionali, l’eterogeneità dei processi e dei risultati da conseguire. Tutti gli elementi del sistema devono integrarsi e coordinarsi, per rispondere ai bisogni assistenziali del paziente e assicurargli la miglior cura possibile. Proprio per la sua complessità è impossibile eliminare errori e incidenti, ma è possibile attuare interventi per tenerli sotto controllo. Attraverso la Gestione del Rischio Clinico (Clinical Risk Management) le organizzazioni sanitarie effettuano un’attività orientata a identificare, analizzare, valutare, comunicare, eliminare e monitorare rischi associati alle cure sanitarie al fine di migliorarne la qualità e sicurezza. Fra i vari interventi che hanno come fine migliorare la sicurezza delle cure ci sono documenti di indirizzo nazionali e regionali, l’introduzione di Buone Pratiche clinico-assistenziali basate su solide prove di efficacia o su un generale consenso, e l’Audit Clinico, che rappresenta uno strumento di analisi sistematica e strutturata mediante il quale le organizzazioni sanitarie possono migliorare la qualità e sicurezza dei loro servizi.
La sicurezza dei pazienti rappresenta un problema in tutti i sistemi sanitari avanzati; tale preoccupazione è condivisa e sottolineata dall’OMS che dal 2001 sollecita interventi urgenti da parte delle organizzazioni sanitarie stesse. Tutti gli studi condotti sinora hanno dimostrato che molti degli eventi avversi identificati sono “evitabili” e frutto spesso non di un unico errore (umano, tecnologico) ma di una concatenazione di errori ed eventi. Tali eventi portano inevitabilmente ripercussioni sulla qualità delle cure, intesa sia in termini di efficacia (aspetto clinico), sia in termini di aumentati costi sostenuti dalla struttura sanitaria (aspetto gestionale – organizzativo), sia come perdita di fiducia dei pazienti nei confronti dell’Azienda (perdita di immagine). Partendo dalla consapevolezza che l’errore è ineliminabile, è comunque possibile svolgere attività di contenimento dello stesso; considerare “l’errore” come fonte di conoscenza consente di mettere in atto azioni di miglioramento e di crescita delle organizzazioni sanitarie che in questo modo possono presidiare la sicurezza delle cure. In quest’ottica, la Gestione del Rischio Clinico e l’Audit Clinico rappresentano due “leve” strategiche di governo delle organizzazioni sanitarie orientate alla qualità delle cure.
Direttore: prof.ssa Anna Santa Guzzo
Tel +39 06 49979568
e-mail: annasanta.guzzo@uniroma1.it
Dirigente medico: Dott.ssa Valeria Tromba
Tel +39 06 49970062
CPSE Dott.ssa Emanuela Conti
Tel+39 0649979914
CPSE Dott.ssa Tiziana Germani
Tel+39 0649979922
CPS Dott.ssa Anna Chiantese
Tel+39 0649970063
CPSE Dott. Mario Tecca
Tel+39 0649979806
Fax +39 06499 79871
e-mail: riskmanagement@policlinicoumberto1.it
Il sistema sanitario è un sistema complesso e proprio per la sua complessità è impossibile eliminare errori e incidenti, ma è possibile attuare interventi per tenerli sotto controllo. La gestione del rischio è appunto finalizzata all’adozione di strategie per la sicurezza del paziente e per la riduzione degli errori, all’implementazione di tecniche di monitoraggio delle criticità e alla promozione della cultura della sicurezza. Nello specifico, il Risk Manager si occupa della diffusione delle Buone Pratiche clinico-assistenziali, rappresentate da interventi che implementano le Raccomandazioni del Ministero della Salute, emanate per offrire agli operatori sanitari informazioni sulle condizioni che possono rappresentare un rischio per i pazienti, e che indicano le azioni da intraprendere per la prevenzione degli eventi avversi; gestisce il sistema di segnalazione interna (Incident Reporting, cadute) e alimenta il flusso SIMES secondo il Protocollo Ministeriale per il monitoraggio degli Eventi Sentinella e il documento di indirizzo del Centro Regionale Rischio Clinico (CRRC) della Regione Lazio; programma e attua gli audit GRC secondo necessità; fa da supporto alla Direzione aziendale nella definizione delle politiche e degli strumenti relativi alla sicurezza delle cure; definisce il Piano annuale per la gestione del rischio clinico (PARM) e supporta l’elaborazione del PAICA; collabora con le diverse sicurezze aziendali; partecipa alle attività del Comitato Valutazione Sinistri (CVS) e alle attività del Comitato Controllo – Infezioni Correlate all’Assistenza (CC-ICA); identifica i bisogni formativi e di aggiornamento continuo del personale allo scopo di favorire la cultura della sicurezza del paziente; coordina le rete dei facilitatori per il rischio clinico.
L’Audit Clinico è uno strumento attraverso il quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei loro servizi e garantiscono elevati standard assistenziali creando le condizioni ottimali nelle quali viene favorita l’eccellenza clinica. Attraverso l’Audit Clinico si stimola a migliorare la pratica al fine di produrre reali benefici nella cura del paziente e nella fornitura di servizi; a sviluppare l’apertura al cambiamento; a fornire garanzie sulla qualità dell’assistenza mediante applicazione delle migliori pratiche evidence-based, ad ascoltare i pazienti, comprendere e dare risposta alle loro aspettative. Inoltre, si incentiva a sviluppare linee guida o protocolli locali; a ridurre al minimo errore o danni ai pazienti e a ridurre i reclami/risarcimenti.
A titolo di esempio, nel 2023 è stato realizzato il “Progetto SEA/Audit”, accreditato ECM (“L’Audit Clinico come strumento per garantire l’appropriatezza clinica e organizzativa – Audit SEA per l’analisi degli eventi avversi”) per l’analisi di particolari eventi significativi sia in senso positivo che negativo, per imparare e migliorare. Il progetto ha riguardato l’area materno infantile e, nello specifico, il Programma di miglioramento parto cesareo.
Il Piano Annuale di Gestione del Rischio Sanitario (PARS) include:
1. il Piano Annuale di Risk Management (PARM) per la gestione del rischio clinico;
2. il Piano Annuale delle Infezioni Correlate all’Assistenza (PAICA) per la gestione del rischio infettivo;
3. il Piano Annuale per l’Igiene delle Mani (PAIM) per la promozione della corretta igiene delle mani;
4. il Programma di controllo della legionellosi.
Nel documento, in recepimento della normativa di riferimento regionale e nazionale, l’AOU Policlinico Umberto 1^ “Sapienza” Università di Roma definisce gli obiettivi e le azioni da intraprendere a livello aziendale al fine del miglioramento della qualità delle cure e la prevenzione degli eventi avversi ai pazienti legati al rischio sanitario.
La Regione Lazio a Febbraio 2015 ha dato specifico mandato alle ASL e AO del Lazio di attivare un percorso volto al recepimento delle Raccomandazioni Ministeriali al fine di giungere in breve tempo all’adozione di procedure aziendali specifiche.Questo percorso è stato completato nel 2016 con le Deliberazioni Aziendali n. 294 del 12/4/2016 e n.932 del 2/11/2016 mediante le quali sono state recepite le 19 Raccomandazioni Ministeriali in materia di sicurezza delle cure. Scopo di queste raccomandazioni è aumentare la consapevolezza degli operatori sul potenziale pericolo di alcuni eventi avversi indicando le azioni da intraprendere per prevenirli. Ciascuna procedura, per lo specifico contesto per il quale è applicabile, contiene anche una serie di indicatori che consentono, una volta rilevati, di valutare il livello di applicazione della procedura stessa all’interno delle UU.OO. Aziendali.
Per gestire efficacemente il rischio in un contesto come quello clinico-assistenziale è necessario diffondere la cultura della sicurezza delle cure e fare in modo che venga compresa e applicata; appare indispensabile, a questo scopo, il coinvolgimento di operatori che collaborino con il Risk Manager non solo per la segnalazione degli eventi sentinella, eventi avversi e near-miss, ma anche per pianificare e realizzare gli audit e individuare precocemente le possibili criticità insite nei percorsi assistenziali clinici. La rete dei facilitatori aziendali, professionisti sensibili agli aspetti di gestione della qualità e della sicurezza e con abilità relazionali riconosciute dai colleghi e dai pazienti, ha il compito di diffondere una nuova cultura della sicurezza orientata alla gestione degli errori attraverso un approccio noblame. Il facilitatore è la figura che svolge l’importante ruolo di raccolta delle segnalazioni di eventi avversi e organizzazione dei momenti di analisi mediante audit clinico GRC o rassegna di mortalità e morbidità. Sin dal 2015 l’ AOU Policlinico Umberto I dispone di una rete di facilitatori per la gestione del rischio clinico che nel tempo ha contribuito a rendere sistematiche e strutturate le attività di gestione del rischio clinico.
Aumentare il livello di consapevolezza di tutta l’organizzazione su quanto possano essere insicuri i processi di cura e di quanto gli errori, intercettati per tempo o resisi manifesti, possano rappresentare una preziosa lezione dalla quale trarre vantaggio, rappresenta una delle sfide più importanti in termini di capacità di determinare un cambiamento culturale. La formazione è sicuramente lo strumento più adeguato per rafforzare le competenze degli operatori; tanto più efficace quanto più in grado di far riflettere sulla necessità di raggiungere un livello di conoscenze e competenze che favoriscano l’adozione di strategie per la sicurezza dei pazienti. Il Risk Management partecipa attivamente a tutte le attività formative aziendali, facendosi anche promotore di attività di formazione finalizzate al miglioramento della pratica clinica e proponendo modelli organizzativi e gestionali in grado di modificare in senso positivo le attività clinico-assistenziali; ne è un esempio il recente corso sulla corretta gestione della cartella clinica.