Microscopia Confocale: la nuova metodica migliora la performance di diagnosi del melanoma

L'intervista

Il Prof. Giovanni Pellacani, attualmente Direttore Responsabile della UOC di  Dermatologia presso il Policlinico Umberto I, ci ha riservato un’intervista dopo aver condotto un nuovo studio sulla Microscopia Confocale per la diagnosi del melanoma, e a fronte della recente pubblicazione dell’articolo scientifico “Effect of Reflectance Confocal Microscopy for Suspect Lesions on Diagnostic Accuracy”, in cui sono stati restituiti gli ultimi risultati.

Cos’è e come funziona la Microscopia Confocale?

La Microscopia Laser Confocale a Riflettanza rappresenta un innovativo strumento che consente la valutazione in vivo, quindi senza necessità di eseguire una biopsia cutanea, delle strutture dell’epidermide e del derma superficiale a risoluzione cellulare in tempo reale, attraverso l’osservazione mediante una sonda che viene appoggiata direttamente sulla pelle e la scannerizzazione immediata delle lesioni, ponendosi dunque come una metodica non invasiva e all’avanguardia per la diagnosi del melanoma.

Lo studio

A seguito di ricerche che avevano già evidenziato l’efficacia e l’applicazione clinica della Microscopia Confocale, è stato disposto, su un progetto finanziato dal Ministero della Salute, un trial clinico randomizzato per dimostrare se questa metodica introdotta sulle lesioni sospette potesse migliorare l’outcome, ovvero il risultato della performance diagnostica e la sua precisione. Su un campione di oltre 3.000 soggetti arruolati in tre centri dell’Emilia-Romagna, si è voluto redigere un modello di studio che fosse il più robusto possibile, randomizzando i pazienti in due bracci: quelli che hanno seguito la metodica e quelli che invece sono andati in asportazione.

Cosa è stato dimostrato?

Il risultato conseguito dallo studio è che si può ridurre in mani esperte il numero di asportazioni di lesioni benigne di quasi il 50%, e che soprattutto in questo vantaggio non c’è rischio significativo di trascurare un melanoma, evento che può accadere seppure in una percentuale estremamente bassa dell’1,8% rispetto alle lesioni messe in follow up. In sostanza, alla luce di un sospetto dopo un esame dermoscopico, non si effettua più automaticamente un’asportazione, ma si procede con questo esame che tende in una metà dei casi a risparmiarla se non necessaria. Il paziente potrà così evitare lesioni eventualmente inutili, mentre i medici avranno un invio all’esame istopatologico con una maggior precisione sulle irregolarità delle lesioni (non solo melanomi).

Qual è la tipologia del paziente?

Il paziente che viene sottoposto alla Microscopia Confocale è quello che presenta lesioni sospette, atipiche, che mostrano irregolarità e di cui non si è sicuri, successivamente a un esame dermatoscopico di mappatura dei nei.

Ci sono pazienti più predisposti al melanoma?

Innanzitutto, si deve distinguere tra due tipologie, a seconda della quantità e morfologia delle lesioni.

I pazienti che hanno molti nei, vale a dire più di 50 nei, intesi come lesioni evidenti e pigmentate, non puntiformi e di almeno 2/3 millimetri, è opportuno che si sottopongano a un monitoraggio routinario;

i pazienti che riportano nei cosiddetti atipici, quindi più grandi di 5/6 millimetri e con un aspetto o forme irregolari, sono più a rischio di una persona qualsiasi di fare melanoma, un rischio fino a 10 volte maggiore, specialmente con una storia o familiarità di melanoma.

Coloro che rientrano, infatti, in queste due categorie sono maggiormente predisposti a originare melanoma.

La tipologia di carnagione incide?

La carnagione è abbastanza influente, ma non è detto. Piuttosto, chi non ha molti nei visibili è meno esposto al melanoma, in quanto già di per sé non avere tanti nei mette al riparo dal rischio e, inoltre, se dovesse comparire un neo nuovo lo si noterebbe prima. Un paziente con moltissimi nei e nei atipici. Invece, non solo ha più probabilità di incorrere in un melanoma, ma anche che esso venga notato più tardivamente. Il consiglio è di ispezionare con maggiore attenzione per arrivare a diagnosi precoci.

Quand’è che non bisogna trascurare un neo, quanto tempo possiamo darci?

Anche in questo caso si rendono opportune due distinzioni, in base allo spessore delle lesioni.

Se ci troviamo di fronte ad un neo piatto, molto probabilmente si tratta di un’atipia e non di un melanoma, ma qualora lo fosse la sua modificazione in questa condizione sarebbe più lenta e la sua crescita estensiva (in larghezza all’interno dell’epidermide), senza determinare l’urgenza dell’asportazione;

se ci accorgiamo invece di un particolare neo rilevato, quindi sollevato sulla pelle, è possibile che sia un melanoma, e in tal caso esso crescerebbe in profondità in modo infiltrativo, potendo anche generare metastasi e richiedendo di dover ricorrere a terapie più avanzate con tutti i rischi comportati da un tumore metastatico.

Qual è l’età in cui si può sviluppare un melanoma?

Il melanoma è un tumore che ha un’incidenza mediamente giovanile, tanto che sotto i 45 anni è il 3° tumore più rintracciato negli uomini e il 4° tumore più identificato nelle donne, dunque non è così raro e per questo si ritengono indispensabili l’attenzione e la prevenzione. Nelle persone giovani è molto più frequente tra chi ha tanti nei, sebbene risulti estremamente raro riportare un melanoma prima dei vent’anni. A partire dai 18/20 anni in su, specialmente in condizioni di una quantità significativa di nei sulla pelle, una visita andrebbe sempre raccomandata, per poi valutare quale screening seguire.

Al di sopra dei 50/60 anni, conta soprattutto la storia di danno solare, dato che questo rende più faticoso individuare un melanoma, oltre alla maggiore probabilità di essersi generato, o di aver formato in ogni caso anche altri tumori cutanei.

Unire insieme le due fasce anagrafiche permette di coprire le maggiori categorie a rischio, valendo sempre la regola che di fronte a qualsiasi anomalia è bene propendere per una visita di controllo.

Sintetizzando le migliori indicazioni, un qualsiasi paziente che nota una lesione sospetta, strana, nuova, cambiata, diversa, dura, irriconoscibile, deve essere indirizzato a un percorso di valutazione, durante il quale l’esame di Microscopia Confocale risolve il dubbio se essa vada asportata oppure tenuta sotto osservazione. Un paziente, invece, con i fattori di rischio suddetti (tanti nei e nei atipici) deve preventivamente iniziare un percorso che richiederà il ricorso a questo esame in presenza di anomalie. Lo scopo perseguito consiste nel diagnosticare il melanoma il prima possibile e intervenire subito per far sì di riconoscere un melanoma sottile, la cui asportazione ormai corrisponde a un esito con zero conseguenze per il paziente e guarigione sicura.

 

Questa tecnologia rappresenta un grande avanzamento della capacità diagnostica dacché consente senza biopsia, e sul momento, di effettuare diagnosi precise e di confutare gli elementi di sospetto rinvenuti da una dermoscopia, senza dover optare per una asportazione diretta. La Microscopia Confocale garantisce che una serie di lesioni possano essere salvate, andando a trattare specificamente solo i melanomi e quei nei atipici che saremo felici di aver asportato.

Come prenotare una visita?

Per accedere alla prima visita, si può effettuare una prenotazione online per visita dermatologica con impegnativa, oppure attraverso prenotazione telefonica al CUP generale 069939.

Consulta qui i risultati dello studio

Per consultare i risultati dello studio condotto dal Prof. Giovanni Pellacani sulla Microscopia Confocale per la diagnosi del melanoma, si può accedere alla recente pubblicazione dell’articolo scientifico, tramite il seguente link: “Effect of Reflectance Confocal Microscopy for Suspect Lesions on Diagnostic Accuracy”.

Guarda la dimostrazione del nuovo macchinario su YouTube

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