“Mai troppo presto, mai troppo tardi”: lo slogan 2023 per la Giornata Mondiale dell’Alzheimer

Il 21 Settembre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, una malattia che provoca un lento declino delle capacità cognitive

La malattia

Le malattie neurodegenerative e in particolare la malattia di Alzheimer rappresentano una delle più grandi sfide in ambito sanitario e medico in un Paese come lItalia, il secondo più longevo al mondo, e si qualificano come un vero e proprio problema di salute pubblica, in crescita esponenziale, con un forte impatto per il sistema sanitario, sociale ed economico nazionale.  

Nel nostro Paese, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui 600mila con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone che direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei loro cari (ISS 2018). Si prevede  che nel 2030 la demenza colpirà  75milioni di persone (Global Action Plan 2017-2025 OMS) e 132 milioni entro il 2050, con circa 10milioni di nuovi casi all’anno (1 ogni 3 secondi). La stima dei costi è oltre 1 trilione di dollari all’anno, con un incremento progressivo e una continua sfida per i servizi sanitari. I numeri parlano da soli!

Non esiste al momento la possibilità di predire lo sviluppo o meno della malattia, anche se ci sono vari test cognitivi che vanno a indagare le aree deficitarie.

Tuttavia se un soggetto ha persistenti difficoltà di memoria, di ragionamento, di linguaggio o nella capacità di pensare in maniera adeguata, questi segnali “non vanno ignorati“, perché potrebbe trattarsi dei cosiddetti “campanelli di allarme” della malattia. 

Ne abbiamo parlato con il Prof. Giuseppe Bruno, responsabile del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze “Clinica della Memoria”
del Policlinico Umberto I di Roma e nei video, in allegato, le sue riflessioni e suggerimenti.

 

Quali campanelli d'allarme?

 Le amnesie: uno dei segnali più comuni della malattia di Alzheimer è la perdita di memoria. il soggetto comincia ad avere difficoltà nel ricordare ciò che è accaduto di recente, come ad esempio cosa ha mangiato per il pranzo; nell’invecchiamento non patologico, il soggetto ha delle dimenticanze, relative ad esempio ad alcuni nomi di persone a lui familiari, ma li ricorda dopo poco.

Le difficoltà a svolgere compiti semplici: tutte quelle attività che prima si facevano con facilità ora diventano più complicate; pensiamo, ad esempio, al vestirsi da soli o alla difficoltà che si può incontrare nel preparare una ricetta che in precedenza era familiare.

I disturbi del linguaggio: il soggetto ha difficoltà nel denominare un oggetto, pur riconoscendolo, spesso per arginare tale difficoltà utilizza termini non esatti, spesso parole più semplici che impoveriscono il linguaggio stesso, inoltre, si ha la sensazione di avere sempre la parola cercata “sulla punta della lingua”, senza riuscire ad esplicitare il concetto che si ha in mente.

Le difficoltà di ragionamento e pianificazione: diventa sempre più difficile eseguire i calcoli, seppur semplici e condurre un ragionamento lineare, una delle difficoltà più comuni riguarda l’incapacità di gestire in maniera adeguata il denaro, portando a termine spese eccessive o prive di utilità.

Il disorientamento temporale e spaziale: il soggetto tende a perdere il senso delle date e a confondere i giorni della settimana o le stagioni dell’anno. I percorsi abituali diventano complicati, anche il tornare verso la propria abitazione può generare confusione.

Le difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali: avere dei problemi visivi potrebbe essere un segnale della malattia di Alzheimer; si può avere difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto. Bisogna però prima effettuare un’analisi differenziale che escluda che si tratti di problemi visivi legati, ad esempio, alla cataratta.

L’irritabilità e delirio, ansia e depressione: sono frequenti gli episodi in cui il soggetto appare irascibile e accusa le persone che gli sono vicino, attuando comportamenti spesso incongrui; possibili sono anche i deliri, soprattutto di tipo persecutorio. Frequenti episodi di ansia e deflessione del tono dell’umore.

L’apatia e abulia: disinteresse verso affetti e attività sociali: il soggetto può iniziare a rinunciare alle attività sociali e relazionali, gli hobby, i progetti di lavoro o le attività sportive vengono tralasciate.

 

Il contributo: L'importanza dell'ambiente

Il contributo: I Farmaci

Il contributo: Test di Valutazione

Il Centro dei Disturbi Cognitivi e delle Demenze “Clinica della Memoria”

Responsabile – Prof. Giuseppe Bruno 

Segreteria

Telefono: 0649914732

Sede

Edif. ex Neurochirurgia), 2° piano – viale dell’Università n. 30 

Accesso: con prenotazione per visita specialistica neurologica al seguente recapito telefonico: 0649914732

Per accedere al Centro  bisogna rivolgersi ai Medici di Medicina Generale e Specialisti, o chiedere presso le Associazioni dei familiari di soggetti affetti disturbi cognitivi e demenze.

Per approfondimenti:

Centro Disturbi Cognitivi e Demenze “Clinica della Memoria”

Descrizione del servizio

Nella fase diagnostica l’utente viene sottoposto a una visita neurologica, valutazioni neuropsicologiche, esami ematochimici e strumentali. Al termine del percorso, in presenza di un disturbo soggettivo, viene programmato un monitoraggio nel tempo del funzionamento cognitivo e, nel caso di una diagnosi clinica, vengono prescritti esami di secondo livello, come ad esempio neuroimmagini funzionali e la ricerca di biomarcatori mediante rachicentesi.

Prestazioni

89.13_9 Visita Neurologica

89.01_32 Visita Neurologica di controllo

E01_32 Televisita neurologica di controllo

Per informazioni chiamare la mattina 06 49914988

A seconda della diagnosi e della fase di malattia saranno proposte diverse tipologie di trattamento:

-trattamento farmacologico convenzionale

-trattamenti farmacologici sperimentali

-trattamenti non farmacologici.

Gli utenti, debitamente informati, hanno la possibilità di partecipare a protocolli di ricerca no profit interni al Dipartimento e l’eventuale adesione sarà espressa tramite consenso informato. 

Servizi di sostegno ai caregiver attivi presso il Centro della Associazione Alzheimer Roma (https://www.alzheimeroma.it/). Nell’ambito di questa collaborazione:

attività di consulenza rivolta ai caregiver per la ricerca di una badante qualificata;

consulenza di un legale esperto sui diritti dei malati di Alzheimer e sugli istituti legali previsti dalla normativa;

Progetto  NESA (Nucleo Emergenza Sociale Alzheimer): progetto volto ad offrire un sostegno temporaneo alle famiglie che si trovano in situazioni di particolare emergenza psicologica e/o sociale;

Progetto la Cima dell’Ancora: programma terapeutico sperimentale per il recupero di chi si ammala di demenza ad insorgenza precoce in età giovanile;

Progetto Group: iniziativa che mira a condividere le informazioni e intrecciare le esperienze per saper essere vicini a chi si ammala;

Progetto Il Faro progetto per la creazione di una rete sempre più ampia di Punti di Riferimento informativi vicini a chi ne ha bisogno.

 

In collaborazione con AlanOnlus(http://www.alanonlus.it/), inoltre, vengono organizzati corsi tematici, quali, ad esempio, quello dal titolo “La Roma di Augusto” dedicato a persone con disturbi cognitivi lievi

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