LA VOSTRA ENERGIA É UN BENE CONTAGIOSO

Intervista a Fabrizio d’Alba, per il periodico Noi AILROMA , un sentito apprezzamento per le attività svolte da AIL ROMA per l’ematologia del Policlinico Umberto I

AIL ROMA da sempre al servizio del paziente

AIL Roma, una realtà importante al fianco della Ematologia del Policlinico Umberto I

In questo spazio, Vi proponiamo l’intervista che il Direttore Generale dott. Fabrizio d’Alba ha rilasciato al periodico dedicato alle attività e ai progetti di AIL Roma, Associazione Italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma. Un gesto di riconoscenza e di apprezzamento nei confronti dell’ Associazione AIL ROMA, che ha avuto modo di incontrare più volte in questo suo anno di attività. L’AIL da sempre sostiene le attività dell’Ematologia del Policlinico Umberto I.

“Fabrizio d’Alba non dimostra i 49 anni della anagrafe. Per molti è una faccia e una speranza giovane e bella. Insieme alla rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni, è il volto e l’energia nuova di una struttura gigantesca. Lui è il Direttore Generale del Policlinico Umberto I e lo guida da un anno. La prima uscita pubblica fu proprio presso il reparto di Ematologia di via Benevento e poco prima di Natale è tornato per visitare il nostro Emporio Solidale. Dottor d’Alba, ci sono 35 anni di storia che tengono uniti il Policlinico e il reparto di Ematologia. Quanto pesa questo legame? Io arrivo qui un anno fa e mi porto da romano l’immagine dell’Ematologia e la sua reputazione frutto del lavoro di tanti anni e risultato dell’opera straordinaria del professor Franco Mandelli. Quindi con la grande confidenza di trovare una eccellenza sanitaria. In questo anno questa mia percezione è diventata una convinzione e, anche rispetto alle altre strutture di Ematologia italiane, questa del Policlinico è un centro di assoluto riferimento. In questo gioiello c’è molto dell’intuizione originale di Mandelli che ha sviluppato l’Ematologia del Policlinico con modalità e velocità diverse da quelle del Policlinico. Dice questo perché è anche fisicamente fuori del Policlinico? Oggi è fisicamente fuori e ha in sé tutta la filiera di servizi: il pronto soccorso, gli ambulatori, i reparti di degenza, quelli chirurgici, la radiologia, i laboratori. Rappresenta insomma un ospedale nell’ospedale. Questa era l’intuizione di Mandelli: rendere autoportante lo sviluppo dell’Ematologia. Mandelli, oltre alla capacità di vedere prima le linee di sviluppo del suo reparto aveva intuito anche il modo di comunicazione e relazioni per portare verso l’Ematologia interesse e partecipazione da parte della società e quindi fondi. Fondi che sono stati molto ben utilizzati tanto è vero che a differenza di quello che a volte si nota nel pubblico, ogni euro che lì è stato speso, si vede. Siamo però ormai prossimi a una fase di cambiamento in cui questa Ematologia che era esterna al Policlinico, tornerà – spero nei prossimi 3,4 anni – all’interno del nostro ospedale, e questo prevede il masterplan. La medicina è cambiata e anche il modello dell’ospedale nell’ospedale così com’è oggi, non è più sostenibile. Da sinistra: Fabrizio d’Alba con la Presidente di AIL ROMA Maria Luisa Viganò, durante la visita all’Emporio Solidale. NOI ROMAIL 6 Cosa ne sarà degli spazi di via Benevento? C’è da fare un ragionamento per continuare a valorizzare quel patrimonio ma l’indirizzo è quello di far sì che saranno strutture sinergiche con quanto l’Ematologia avrà bisogno. Prendiamo, per esempio, le cure domiciliari: quella è stata una intuizione fantastica e noi continueremo ad incentivarle e forniremo tutti gli strumenti necessari. Non ho dubbi che si possano costruire nuove attività sia quantitative sia qualitative come richiesto dalla presa in carico di questi pazienti. Finanziare in maniera prioritaria le cure domiciliari è stata una delle grandi intuizioni di Mandelli. Come valuta il Policlinico questo indirizzo? Da amministratore della Sanità Pubblica dico che la prima utilità che dobbiamo cercare è quella del paziente. In termini anche di buona gestione della struttura ospedaliera, l’assistenza domiciliare permette un migliore utilizzo dell’ospedale e pertanto dà un ritorno economico sia perché evita ricoveri impropri sia perché consente ai pazienti che ne hanno bisogno di poter godere più facilmente dei servizi. Quindi per me prevale la buona qualità dell’assistenza ma ci sono anche indubbiamente dei ritorni economici perché si è più efficienti nei percorsi di presa in carico. Un’altra delle intuizioni di Mandelli è stato il potenziamento e la motivazione della rete dei volontari. Voi, come Policlinico, come valutate questa risorsa e come pensate di sostenerla? AIL ROMA è un esempio virtuosissimo di associazione di volontariato: da un lato è riuscita ad essere un catalizzatore di risorse, dall’altro si è integrato in maniera straordinaria con le attività istituzionali in modo di andare a coprire quei vuoti che i nostri modelli organizzativi non coprono. Il volontario serve non perché è sostitutivo di una risorsa aziendale, ma perché va a fare cose che il medico e il professionista non devono fare. Si occupa del paziente guardandolo da un’altra prospettiva. Sono bisogni di assistenza, di supporto, anche di tipo logistico. Quindi il volontario colma quelle lacune di cui il sistema non riesce a farsi carico. Per quanto riguarda il Policlinico, cerchiamo in tutti i nuovi percorsi e modelli organizzativi la presenza di una componente sociale che è fondamentale perché i volontari da un lato accompagnano il paziente nella malattia, comprendono gli altri bisogni, riescono ad anticiparli e infine possono diventare con l’amministrazione degli interlocutori qualificati perché si fanno portatori di bisogni e interessi che l’amministrazione non coglie. Perché la qualità è importante? Perché serve una analisi critica, che conosca la realtà in cui opera stornando tutte le cose inutili o non accoglibili. Quindi una volta che Ematologia tornerà nelle mura del Policlinico, questa forza del nostro volontariato potrebbe essere contagiosa anche per gli altri reparti? Mi piace moltissimo questo il termine “contagioso” che ha usato.Le buone pratiche, le buone esperienze, le belle persone contagiano le organizzazioni istituzionali. Quindi sono sicuro, per come ho conosciuto AIL ROMA, che ci sarà questa sana contaminazione e ci aiuterà su altre situazioni e può essere un catalizzatore anche per altri soggetti, magari meno organizzati di voi. Lei è andato a Natale a visitare l’Emporio Solidale. Che impressione le ha fatto? Quando dico che AIL ROMA è straordinaria, lo dico partendo dai modi che mette in campo. Una grande serietà e una grande sobrietà anche nel cercare risorse. Attenzione, quello non è un mercatino, è un emporio che vende cose belle, cose che hanno un senso, che sono figlie della donazione di altri e quindi c’è un circuito di generosità: E poi è un luogo nel quale si tocca AIL, perché le persone che ci lavorano sono le persone da cui traspare qual è l’approccio e il cuore che ogni volontario ci mette. So che questa è una “creatura” della dottoressa Luisa Viganò – la vostra illuminata Presidente – che è persona speciale. Queste iniziative sono straordinarie perché hanno dietro persone straordinarie. C’è stata anche una collaborazione stretta tra AIL ROMA e Policlinico anche nella campagna vaccinale all’interno dell’ospedale. Ci saranno altre iniziative in questo senso? La vaccinazione è un esempio ma non mancheranno mai iniziative per alzare il livello della presa in carico del paziente. Avere accanto AIL ROMA ci permetterà solo di farle più agevolmente. Anche per il Policlinico può essere una opportunità? Prima era compatibile con il sistema una monade che lavorava da sola, oggi non lo puoi più fare. Rimettersi insieme e fare squadra viene bene perché entrambi i soggetti hanno chiaro chi hanno di fronte. Nessuno vuole sostituirsi all’altro né c’è una logica di “sfruttamento”. Il tema è che questa è una partnership e si sta insieme senza strumentalizzare la relazione. Questo è il cuore di quello che è il rapporto tra istituzione e associazionismo. Il futuro è dietro l’angolo. “Utilizzare”, e non “usare” e direi che con AIL ROMA la strada è già aperta.
di FABRIZIO PALADINI

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