Vaiolo delle scimmie, circolare del Ministero con le linee guida.

Le informazioni sulla gestione dei casi, dei contatti stretti e sui test

Anche in Italia si registrano casi di vaiolo delle scimmie

Monkeypox, meglio conosciuto come vaiolo delle scimmie, è dovuto a un orthopoxvirus, che raramente causa malattie negli esseri umani. Finora i casi in Italia sono limitati a qualche centinaio ma il rapido diffondersi dell’infezione induce a non abbassare la guardia.

La maggior parte dei casi si registra in Lombardia, seguita dal Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana con una diffusione maggiore negli uomini rispetto alle donne.

La circolare del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute, in seguito al diffondersi del virus, ha varato una nuova circolare con la quale sono state aggiornate le informazioni sulla gestione dei casi, dei contatti stretti e sui test.

Per quanto riguarda le indicazioni sulla vaccinazione invece dovrà essere predisposto un nuovo documento ad hoc.

Cosa fare in caso di positività

I casi devono essere isolati fino alla caduta delle croste dell’eruzione cutanea, che indica la fine dell’infezione. In presenza di segni e sintomi che non richiedono ricovero, il caso confermato – se le condizioni abitative e igienico-sanitarie lo consentono – può essere seguito al domicilio secondo le procedure definite a livello locale, in regime di isolamento anche rispetto ai conviventi ed eventuali altre persone che prestano assistenza.

Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere registrati e riportati alle autorità veterinarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a MPX .

Per la gestione dei rifiuti urbani dei malati da vaiolo delle scimmie si raccomanda di interrompere la raccolta differenziata, indipendentemente dalla loro natura , con l’accortezza di confezionarli in modo da non danneggiare e/o contaminare esternamente i sacchi .

Contatti stretti

Coloro che hanno avuto contatti stretti con un soggetto positivo all’infezione devono essere istruiti sui sintomi della MPX e del momento in cui i sintomi possono comparire.

Le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo.

In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie.

Terapia e profilassi vaccinale

I vaccini attualmente disponibili contro il virus del vaiolo possano garantire una certa efficacia anche nei confronti della malattia del vaiolo delle scimmie, sebbene i dati a supporto di tale ipotesi al momento siano ancora limitati.

La profilassi pre-esposizione è raccomandata per gli operatori sanitari a rischio, il personale di laboratorio che manipola orthopoxvirus e quello che esegue test diagnostici per il vaiolo delle scimmie.

L’unico vaccino antivaiolo autorizzato nell’UE dall’EMA è il virus vaccinico vivo Ankara modificato – Bavarian Nordic, denominato IMVANEX 21.

L’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà “presto pronto a partire con il vaccino del vaiolo per monkeypox e attende dal ministero le modalità di reclutamento”.

Apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia saranno fornite con successiva pubblicazione.

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