Tumore al seno, piano per migliorare la vita

Tumore al seno e oncologia territoriale

Un percorso oncologico di presa in carico territoriale ‘cucito’ sulla singola paziente, attraverso la scelta del setting più adatto, con lo scopo di migliorare la qualità di vita delle donne con tumore al seno, dei loro familiari e careviger, in linea con una delle missioni del Piano oncologico europeo. È una delle dieci proposte raccolte nel documento “Onconnext – Tumore al seno e oncologia territoriale, un binomio necessario”, presentato prima della pausa estiva alla Camera dei Deputati, e che per la prima volta vede le principali associazioni di pazienti con tumore al seno sottoscrivere insieme un paper su questo tema.

In Italia si contano circa 3,6 milioni di malati oncologici e, tra le donne il tumore più frequentemente diagnosticato è proprio quello alla mammella, che rappresenta la prima causa di morte femminile per cancro. Secondo i dati Aiom, le nuove diagnosi di carcinoma mammario stimate per il 2021 sono 55.000, con circa 12.500 decessi attesi. La sopravvivenza netta stimata a 5 anni è dell’88%. L’obiettivo diventa così garantire il percorso terapeutico più efficace, un modello nuovo caratterizzato dalla flessibilità e dalla prossimità, proprio per garantire alle donne una migliore qualità della vita.

I dieci punti del documento

Dieci priorità imprescindibili per la costruzione di una presa in carico delle pazienti, ottimale e continuativa, che integri il setting ospedaliero con il territorio:

  •  il percorso oncologico di continuità di cura territoriale non può prescindere da un ruolo di coordinamento del Centro di senologia di riferimento, a cui vengono messi a disposizione nuovi setting assistenziali territoriali con team dedicati che lavoranoin stretta sinergia con l’oncologia ospedaliera
  •  la paziente con tumore al seno non deve essere mai abbandonata durante la continuità di cura territoriale ma deve avere, come punto di riferimento, una figura di raccordo, che sia a conoscenza della sua storia clinica
  • è di centrale importanza che le pazienti continuino a essere gestite da un team multidisciplinare e multiprofessionale: l’evoluzione della multidisciplinarietà sarà garantire l’interconnessione tra i professionisti operanti in ospedale e sul territorio
  • nel progetto delle Case di Comunità deve essere necessariamente presente un’associazione di pazienti
  • la definizione del percorso oncologico di presa in carico territoriale deve essere cucito sul singolo, attraverso la scelta del setting più adatto considerando come l’innovazione terapeutica possa agevolare modelli organizzativi attraverso la delocalizzazione di alcune terapie direttamente sul territorio
  • devono essere garantiti percorsi di cura che assicurino standard di sicurezza e qualità pari a quelli che sarebbero erogati in un contesto di day-hospital nel centro di riferimento
  •  la paziente e i caregiver devono essere consapevoli e coinvolti in prima persona nella scelta del percorso e del setting di cura
  • la digital health deve essere concepita come strumento a supporto dell’integrazione ospedale-territorio facilitando la comunicazione, la gestione delle pazienti e l’ottimizzazione del percorso
  • per garantire efficacia e sicurezza dell’assistenza, è fondamentale che ci sia una continua formazione/informazione del personale sanitario territoriale e soprattutto delle pazienti/caregiver
  • l’introduzione della presa in carico territoriale deve tendere a migliorare la qualità di vita delle pazienti, in linea con una delle missioni del Piano oncologico europeo

 

Fonte: DottNet

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