Nutrizione artificiale a domicilio
La nutrizione artificiale è una infusione di miscele nutrizionali standard o personalizzate può avvenire:
• per via digestiva (enterale) , in particolar modo nei trattamenti brevi, con un sondino che dal naso raggiunge lo stomaco, o direttamente inserendo un tubicino nello stomaco o nell’intestino attraverso un foro praticato sull’addome
• per via venosa (parenterale) mediante catetere venoso posizionato sul collo, torace o braccio.
In entrambe le procedure l’avvio del trattamento richiede il ricovero del paziente.
La Nutrizione Artificiale Domiciliare (NAD) è l’insieme delle modalità organizzative della Nutrizione Artificiale condotta a domicilio del paziente, quando consentito dallo stato clinico e dalla sussistenza di condizioni socio-familiari che assicurino la sicurezza e l’efficacia del trattamento a domicilio.
La Nutrizione Artificiale oltre ad essere necessaria alla sopravvivenza dei pazienti è utile al miglioramento della qualità delle loro vite e di quelle delle persone che sono loro vicine.
Presa in carico dei pazienti che hanno necessità di nutrizione artificiale a domicilio
Dopo la dimissione dall’ospedale l’assistenza al paziente candidato a terapia nutrizionale l’assistenza, in regime di “dimissione protetta, viene erogata dalla Unità ospedaliera NAD in collaborazione con le strutture NAD e con i Centri di Assistenza Domiciliare territoriali della Asl competente.
La prestazione è offerta dal Servizio Sanitario e i pazienti devono accettare il trattamento attraverso la firma del consenso informato (nei casi di interdizione si esprime il tutore).
Se non sono in grado di autogestire la terapia, perché non è autonoma, viene coinvolto un caregiver per il training della pompa infusionale.
“I modelli di presa in carico e qualità dell’assistenza variano da regione a regione, ma anche da ASL ad ASL, perfino da distretto a distretto. Manca una legge nazionale che definisca i requisiti e garantisca equità di accesso ai cittadini” dichiara Maurizio Muscaritoli, direttore della UOC di Medicina Interna e Nutrizione Clinica del Policlinico Umberto I di Roma.
Fonte:
Corriere della Sera del 3/2/2022