L'iniziativa
Ci sono giorni in cui la solidarietà prende forma davanti agli occhi, come una luce che si accende lentamente e poi riempie tutto. È ciò che è accaduto dopo una sfida a quattro sul rettangolo di gioco, quando la Nazionale italiana sanitari (Nis) ha consegnato 50mila euro al Policlinico Umberto I di Roma, destinati al Reparto di Oncoematologia Pediatrica.
Il ricavato arriva dal progetto solidale “1° Battito”, nato in occasione del Crai Cup Charity Award, il quadrangolare benefico che il 15 novembre scorso ha riunito sul campo, a La Salle Sport – Villa Flaminia, non solo la Nis, ma anche la Nazionale italiana giornaliste e giornalisti, una selezione Banca Fideuram e la Nazionale italiana campioni olimpionici. Una giornata di sport, certo, ma soprattutto di cuore.
Lunedì 22 dicembre, nel Salone della Direzione generale dell’Umberto I, quel gesto ha trovato la sua destinazione finale: la firma e la consegna ufficiale dell’assegno al reparto diretto da Loredana Amoroso. Un momento semplice e solenne allo stesso tempo, carico di gratitudine e di promesse.

Il contributo, spiegano i promotori, sarà impiegato per progetti di umanizzazione del reparto, con l’obiettivo di rendere più accoglienti e luminose le giornate dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Perché a volte basta un colore, una luce diversa, un angolo di gioco per trasformare la paura in respiro.

Alla cerimonia erano presenti il direttore della Clinica pediatrica Umberto I Alberto Spalice, il primario Loredana Amoroso, Laura De Vito della Direzione sanitaria, il Direttore Generale Fabrizio d’Alba, la Direttrice Sanitaria Maria Augurusa e la Direttrice Amministrativa Gioia Amadei, la Portavoce del Direttore Generale Maria D’Amico.

Per la Nis hanno partecipato il presidente onorario Luca Cipriano, il presidente esecutivo Joseph Fiore e il tesoriere, il notaio Edoardo Marcucci.
Le parole pronunciate durante l’incontro hanno aggiunto calore al gesto.
«Ci sono persone che ci hanno preso a cuore e, grazie a loro, stanno arrivando aiuti importanti», ha sottolineato il direttore generale d’Alba. «Il nostro obiettivo è migliorare accoglienza, supporto e assistenza. Continuate ad avere cura di noi: questa è una fiducia ben riposta».
Cipriano, visibilmente emozionato, ha ricordato il suo legame con l’Umberto I:
«Qui ho fatto laurea, specializzazione e dottorato. Tornare oggi è speciale. Quando è nata l’associazione, ho pensato che fosse giusto iniziare proprio qui. Sembrava una scommessa impossibile, e invece ce l’abbiamo fatta».
Fiore ha aggiunto un pensiero che ha toccato tutti:
«Al Policlinico non abbiamo trovato solo un’istituzione, ma volti, sorrisi e mani tese. La nostra associazione è giovane, ma ha il cuore pieno di valori. Cinquantamila euro raccolti al primo evento sono solo l’inizio: ogni euro è diventato aiuto vero, senza sprechi. Questa è solo la prima pagina della nostra storia».
Infine, Marcucci ha spiegato l’impegno concreto dell’associazione:
«Non effettueremo donazioni in denaro, ma utilizzeremo direttamente le risorse per i progetti concordati con il Policlinico. Tra questi, quello di umanizzazione del reparto di Oncologia pediatrica è tra i più apprezzati. A breve comunicheremo quale sarà realizzato».
E così, tra parole sincere e sguardi che parlavano più dei discorsi, la solidarietà ha trovato casa.
Un assegno, sì. Ma soprattutto un seme di bellezza, pronto a germogliare nei corridoi dove ogni giorno si combattono battaglie silenziose. Un gesto che non fa rumore, ma illumina. Sempre.









