Bruxismo e serramento dei denti non sono disagi banali

Bruxismo e serramento dei denti non sono disagi banali

La pandemia da coronavirus potrebbe riflettersi anche in modo importante sulla salute della bocca

Che cos'è il bruxismo?

Il bruxismo è quella condizione patologica caratterizzata dal digrignamento dei denti in maniera involontaria, soprattutto durante la notte, dovuta principalmente ad un incremento della tensione muscolare generalizzata, responsabile anche di un maggior sovraccarico di pressione a livello delle articolazioni temporo-mandibolari. “Ad oggi non conosciamo un fattore unico responsabile dei quadri di bruxismo, ma situazioni di ansia e stress possono contribuire ad aumentarne gli episodi” come spiegato il Professor Piero Cascone della Sapienza Università di Roma e direttore della UOC Maxillo-Facciale del Policlinico Umberto I.

La Terapia

Tra i fattori che possono produrre un incremento della tensione muscolare generalizzata, dagli esperti del settore, viene segnalato principalmente il disagio psicologico, in grande aumento in questo momento per l’ansia sempre più diffusa, legata all’emergenza sanitaria.

“È molto importante trovare un rimedio prima possibile – aggiunge il Prof. Piero Cascone, tenendo conto che il bruxismo può manifestarsi anche in giovanissima età.

Obiettivo delle terapie è evitare che il sovraccarico funzionale delle strutture preposte ai movimenti mandibolari causi danni irreversibili. Troppo spesso mi trovo a dover ricostruire articolazioni temporo‐mandibolari compromesse da lunghi periodi di stress funzionali. Quando compaiono limitazioni dell’apertura della bocca, rumori di crepito articolari, dolori di testa e cervicali è opportuno rivolgersi subito a uno specialista”.

 

Come riconoscerlo

Il dolore è il sintomo più comune prevalentemente al risveglio. Le zone interessate sono: davanti all’orecchio, sul collo e la nuca; frequenti son anche mal di testa e talvolta può comparire il “click” temporo-mandibolare, cioè una piccola vibrazione netta. La patologia presenterebbe però effetti anche a lungo termine, in quanto il digrignamento dei denti costringe le due arcate dentarie a toccarsi complessivamente oltre la normale attività legata ai pasti. Con il tempo questa situazione può portare ad un vero e proprio consumo delle arcate dentarie e, se associata ad altre patologie odontoiatriche per esempio la parodontopatia, può aumentare il rischio della perdita del dente.

Come trattarlo

Gli esiti e le conseguenze della patologia sono perciò serissimi ed impongono la visita da parte di un odontoiatra, il quale insieme ad altre figure professionali quali il fisioterapista o lo gnatologo, può trovare la soluzione più indicata. Un aiuto arriva oltre che dal classico “bite” (la mascherina di plastica) anche da una serie di semplici esercizi che permettono di rilassare la muscolatura. Alcuni di questi prevedono: tenere le labbra strette tra i denti; passare la lingua lungo tutta la superficie interna delle labbra muovendola a destra e sinistra; appiattire la lingua tra i denti riempendo lo spazio tra le due arcate fino alla zona dei molari per poi mordicchiarla (senza farsi male).

 

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